Sulle montagne di Arkawit
Partiti da Porto Sudan, superata Swakin, la strada asfaltata curva in direzione sud ovest, attraversa un’ampia pianura deserta punteggiata da acacie, s’inerpica nelle gole fra le montagne, giunge al villaggio di Sinkat, e prosegue ancora fino ad una porta in muratura che segna il confine con la regione di Arkawit. Proseguiamo oltre, fino ad arrivare al villaggio omonimo. Lo chiamano anche la “torre fra le nuvole”: accade d’inverno che venga avvolto nelle nuvole, mentre il resto del mondo africano sparisce. Attorno vediamo qualche villetta, antica e recente, un vecchio albergo, costruito dagli inglesi, uno moderno costruito invece recentemente. Arkawit era un luogo di vacanza, dove gli inglesi, durante la loro dominazione, usavano trascorrere la villeggiatura, per sfuggire al caldo impietoso estivo della pianura. Su di una collina, solitario domina il bianco mausoleo di Osman Digna, patriota ed eroe Sudanese. Camminiamo un poco a piedi per raggiungere il punto più alto sopra il dirupo, da dove godere il migiore punto di bella vista. Siamo a un’altitudine di circa 1.200 m, lo sguardo insegue i profili delle montagne che raggiungono anche i 2.000 m, fino ad intuire in lontananza nella foschia, in direzione nord-ovest, la costa e il mare. Un paesaggio che pare sconfinato. Cosa c’è d’interessante? Per quale motivo recarsi ad Arkawit, percorrere circa 140 km in pulmino, ed altrettanti a tornare? Per vedere qualcosa oltre il mare, goderci il paesaggio, il deserto e le montagne, per passeggiare tra i dirupi e i cactus svettanti, ascoltare dal vento e nei silenzi i racconti della terra sudanese, sostare in una caffetteria fra la gente per assaggiare il caffè tipico sudanese, la gebena profumata, rubare qualche scatto, qualcuna di quelli sfuggenti visioni di top colorati di donna, qualche beja o adandwa, pastore o cammelliere, curiosare nel suk di Simkat, tra i venditori di pane, o latte, o al mercato dei dromedari. Possiamo poi sperare in qualche incontro imprevedibile, che darà un sapore aggiunto ai nostri scatti, fino a ritornare al mare, alla mitica Swakin. Faremo una nuova, breve passeggiata nella cittadina decadente di Swakin, la fantasia non ci mancherà per completare i palazzi e immaginarli rivivere. Osserveremo l’anima del porto tra le feluche, l’attività di pesca, qualche mercato, la bianca moschea, i volti, i volti della gente. Bisogna pur mettere in valigia, sapori e profumi, ed altri colori, non ci accontentiamo solo del mare, manca qualcosa di più, del Sudan, della costa e delle colline del Mar Rosso!
Blu Sudan organizza questa gita ed io accompagno. Occorre una giornata. Sono circa 240 km andata e ritorno. Bisogna partire al mattino presto, possibilmente alle 7, bisogna considerare qualche sosta imprevedibile, magari anche per scattare qualche foto. Raggiungeremo Arkawit dove passeggeremo e faremo una colazione al sacco.
Tornando sostiamo al villaggio di Sinkat, per una passeggiata nelle vie, uno sguardo al paese, berremo un caffè o un té in una caffetteria del suck e quindi faremo un’altra sosta a Swakin, l’antico porto, costruito in corallo fossile. Una giornata ricca di spunti, un assaggio di geografia, etnie, usi e culture differenti. Rientreremo al porto, o presso il vostro hotel, attorno alle 18 circa.